
FTSEMIB: Il trend rialzista si è interrotto il 22 febbraio ma dopo l’importante minimo dell’8 marzo c’è stato una reazione e la formazione di due supporti: 22500 e 21280.
Questi due livelli saranno decisivi per scongiurare la ripresa del ribasso. L’Italia regge al momento megli degli Stati Uniti. Prima resistenza degna di nota per il medio periodo a 25mila punti.

DAX: si nota con chiarezza la trendline ribassista dai massimi di inizio gennaio (e il canale di regressione lineare) e il doppio massimo sui 16300 punti. La risalita di marzo sembra si sia trattato di un pullback. Solo la violazione dei 15mila punti potrebbe riportare il toro in Germania.

S&P500: a differenza dei mercati europei il trend ribassista che si è instaurato a gennaio è più netto e ha portato recentemente al cedimento dei minimi di marzo. IL supporto a 4000 punti è stato rotto e l’impressione è che si possa scendere a 3500. Riusciranno gli indici americani a ribaltare le attese?

EURUSD: Sul minimo del 17 marzo si è formata una divergenza rialzista che ha portato al rimbalzo attuale. Di rimbalzo però, a smaltire l’ipervenduto, si tratta. Fino a 1,1028 il trend di medio lungo rimarrà ribassista.

CRUDE OIL: 98 dollari è il livello di supporto da monitorare, sotto al quale verrebbe spezzata la sequenza di minimi crescenti che delimita il trend rialzista.

BUND: Il trend è piuttosto evidente. I rendimenti sia sul mercato corporate che statele ha iniziato a farsi interessante e nel breve c’è stato un recupero anche del Bund ma solo sopra i 156 ci sarebbe una inversione di trend che appare comunque poco probabile rispettao ad una fase laterale.