A partire dal 2000, da quando il trading on line si è diffuso tra il grande pubblico, è stato messo in contrapposizione al risparmio gestito e i due mondi sono stati spesso separati, mostrati come inconciliabili, tanto che sono nate fiere di settore specifiche per entrambi, salvo poi, negli ultimi anni assistere ad un tentativo di trovare dei punti di contatto.

Tuttora chi si occupa di trading on line tende a presentare il risparmio gestito ed il mondo delle banche (promotori finanziari ed operatori) come il male, e viceversa.

E’ vero che promotori, private banker e banche sono in conflitto di interessi; è vero che negli ultimi 20 anni se ne sono viste di cotte e di crude (a partire dal collocamento di bond argentini come fossero BOT e via discorrendo); è vero che i prodotti del risparmio gestito hanno rendimenti medi spesso deludenti e costi elevati. Ma è vero che non si può sempre fare di tutte le erbe un fascio: nel mondo dei fondi ci sono prodotti dai rendimenti incredibilmente buoni che farebbero l’invidia di molti trader professionisti, occorre saperli scegliere, così come ci sono anche professionisti validi che operano con correttezza e professionalità.

Sull’altro fronte non sono tutte rose e viole.

E’ vero che consulenti, analisti e trader indipendenti (spesso c’è chi ricopre l’uno e l’altro ruolo) non sono in conflitto di interessi e c’è maggiore trasparenza tra servizi resi e relativi costi ma anche qui le magagne non mancano a partire dai gestori abusivi come piovesse (gente che si mette a gestire conti senza essere autorizzati), proseguendo con chi, sfruttando un pizzico di visibilità ed i social network porta clienti da un broker all’altro facendosi pagare in commissioni o addirittura incentiva l’utilizzo di opzioni binarie.

Ben venga che non ci siano nette separazioni tra i due mondi che non sono bene e male. Il bene sono i professionisti seri, il male sono quelli meno seri, e sarebbe auspicabile che chi fa informazione si mettesse a fare due diligence verificando i profili professionali cui si da visibilità ed i broker seri pensassero a mantenere una elevata qualità dei collaboratori. La qualità alla lunga paga, la scarsa qualità invece alla lunga danneggia tutti.

Fonte immagine di copertina: isolaillyon.it