Condivido anche sul mio sito personale quanto scritto da Edoardo Liuni, uno dei coautori del “Manuale del Risparmiatore”:

Il recente fallimento di 4 banche, CariChieti, CariFerrara, Cassa Marche e Banca Etruria, culminato con il tragico evento del suicidio del pensionato di Civitavecchia, causato dalla delusione di aver perso tutti i risparmi di una vita nell’acquisto di obbligazioni subordinate di una delle banche poi fallite, ci spinge ad una riflessione amara sul fatto che la storia si ripete (vedi i casi Parmalat, Cirio e Bond argentini) e soprattutto sul perché la mancanza di cultura finanziaria spinge i risparmiatori a commettere gli stessi errori quando bisogna decidere come investire i propri risparmi.

Anche se le cronache degli ultimi giorni dipingerebbero un quadro desolante sulla condotta del personale delle banca che da quanto si apprende avrebbe venduto ad ignari risparmiatori titoli obbligazionari subordinati (strumenti pressappoco equiparabili a capitale di rischio azionario) spacciandoli per investimenti assolutamente sicuri e privi di rischio, provocatoriamente dico a questi poveri pensionati coinvolti, che sarebbe bastato leggere le prime righe che aprono il primo capitolo de “Il Manuale del Risparmiatore” (Ed. Hoepli, 2015) per limitare i danni o quantomeno accendere un faro dubitativo di fronte al consiglio del direttore di banca, dell’amico o del consulente finanziario che proponevano con disinvoltura, o magari in buona fede, obbligazioni bancarie dagli elevati rendimenti ma dalla struttura complessa e opaca.

Il Manuale inizia proprio così: “Non esistono formule magiche per diventare ricchi investendo nei mercati finanziari. Chi cerca scorciatoie, colpacci o crede nella soffiata dell’amico rischia di rimanere a bocca asciutto o ancora peggio si espone a rischi elevati. E parlando proprio di rischio, uno dei principi fondamentali da tenere bene a mente per avere successo negli investimenti – sia che si tratti di un professionista che di un piccolo risparmiatore – è saper individuare e gestire bene il rischio a cui è soggetta ogni singola scelta finanziaria e, di conseguenza, l’intero portafoglio”.

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